Alta Marca, terra di Spiedo

Territorio goloso

L’Alta Marca trevigiana è un territorio “goloso”, che offre al viaggiatore un’ottima cucina locale e in questo contesto Pieve di Soligo rappresenta il riferimento per l’arrosto di volatili, una vera e propria “casa dello spiedo”.

Un ricco patrimonio di cultura enogastronomica lungo un percorso del gusto che offre antichi saperi e sapori a chi desidera ancora emozionarsi con i piatti della tradizione.
Tra questi, oltre ai classici piatti a base di formaggi delle malghe prealpine, di salumi, insaccati, funghi e selvaggina, spicca il succulento “Spiedo d’Alta Marca”, quasi una religione per tradizione e storicità.

Lo spiedo è un modo molto antico di arrostire le carni; nato nella preistoria con la caccia e la scoperta del fuoco esso ha mantenuto pressoché immutata la tecnica di cottura.
In tempi più recenti è diventato sempre più sinonimo di festa e di convivialità.
Sotto il presidio dell’Accademia dello Spiedo d’Alta Marca, sono riuniti in un disciplinare i dettami e le tecniche per lo Spiedo perfetto, includendo la scelta delle carni, le metodologie di cottura, le aromatizzazioni, i tipi di legna e le attrezzature.

Come si cucina lo Spiedo

Questi i principi base: pezzi regolari ed omogenei di pollo, costicine e ossocollo di maiale inframmezzati con “lardelle” e foglie di salvia; legna di carpino o di faggio accesa sette ore prima; gli schidioni sul girarrosto a circa 40 cm. dalle fiamme; tanta pazienza e cura per un lenta cottura, oltre le cinque ore.

L’operazione va seguita con attenzione e sapienza, regolando la fiamma, salando le carni al momento giusto, per gustare infine tutti insieme el spéo in tola (lo spiedo in tavola), caldo e saporito, croccante fuori e morbido all’interno. Spiedo che va servito subito perché come dice il Presidente dell’Accademia dello Spiedo, “lo spiedo non è democratico, quando è pronto è pronto, non aspetta nessuno!”

Alla fine il silenzio dei commensali intenti a degustare le carni è sicuro indizio della sua buona riuscita. E così si compie questo rito culinario: capolavoro di gusti, profumi e aromi che, oltre al piacere della compagnia e del buon bere, è anche piacere cerebrale. Piacere che coinvolge tutti i cinque sensi più uno: la memoria, la persistenza del ricordo che accompagnerà per sempre chi lo ha gustato.

Alta Marca, terra di vini

Non è possibile parlare di cibo senza citare l’abbinamento con il vino, soprattutto il vino che è diventato il simbolo identitario di questo territorio, il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg.
Il Prosecco superiore definisce, con l’omonima “Strada” costituita fin dal 1966 (la prima in Italia), un itinerario che porta a conoscere, oltre alla fondamentale realtà ad esso dedicata, anche alcune interessanti produzioni di nicchia. Le più significative il Torchiato di Fregona Doc, il Colli di Conegliano Docg bianco e rosso, il Verdiso, il Perera, il Boschera, il Vin Santo del Prete di San Pietro di Barbozza, il Prosecco Balbi a Solighetto, il Refrontolo passito (Marzemino) a Refrontolo.